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Dalla reazione all’azione papa

E’ il tema del VI Forum internazionale tenuto a Roma, dal 21 al 22 febbraio 2017 dallo Scalabrini International Migration Network (SIMN), dal Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale della Santa Sede e dalla Konrad Adenauer Stitfung.
Vi hanno partecipato oltre 200 rappresentanti di organizzazioni internazionali, istituzioni, governi, mondo accademico, enti locali, centri di ricerca esperti in tema di migrazione, cooperazione internazionale e integrazione. A loro papa Francesco ha indicato un percorso chiaro tenendo presenti situazioni di precarietà proprie dell’umanità dell’oggi in diverse parti del nostro globo:
“La difesa dei «diritti inalienabili» delle persone, «la garanzia delle libertà fondamentali e il rispetto della loro dignità» sono «compiti da cui nessuno si può esimere»: è l’impegno richiesto alla comunità internazionale di fronte al dramma contemporaneo delle «migrazioni forzate, causate da conflitti, disastri naturali, persecuzioni, cambiamenti climatici, violenze, povertà estrema e condizioni di vita indegne».

I notiziari dei vari giornali cartacei, i  tele o radiogiornali presentano queste evidenti precarietà, alle quali è giusto e doveroso impegnarci tutti – ognuno secondo le sue possibilità e mansioni – perché “i flussi migratori contemporanei costituiscono il più vasto movimento di persone, se non di popoli, di tutti i tempi”. Papa Francesco con la sua solita chiarezza e logicità ha proposto per questa missione umanitaria e cristiana quattro verbi:  Accogliere, proteggere, promuovere, integrare. Pertanto: urge superare l’indifferenza e “anteporre ai timori un generoso atteggiamento di accoglienza verso coloro che bussano alle nostre porte” e “aprire canali umanitari accessibili e sicuri”. Preceduto da un pre-forun riservato agli Enti religiosi il forum ha poi visto confrontarsi i vari rappresentanti  di governo, Enti ecclesiali, società civili e migranti. Sono state considerate varie situazioni con relative possibilità di soluzioni in Europa, Nord e Sud America. Per l’Europa sono state prese in considerazione Italia e Germania. Conclusione consigliata: fare ‘insieme’ il possibile perché sia data la garanzia al ‘diritto di non emigrare’. Altrimenti detto: tutti abbiano la possibilità di vivere nel proprio Paese, nella propria terra in modo dignitoso.(B.M.)