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piediStrada facendo…

In un oggi dominato dalla fretta e dalla rapidità, camminare è diventato un atto rivoluzionario, quasi eversivo. Eppure è un legame antico quello che unisce i piedi alle attività della mente. Rousseau si sentiva vivo e libero quando vagabondava a piedi, in solitudine. Non riesco a meditare se non camminando, diceva. Appena mi fermo, non penso più, la testa se ne va in sincronia coi miei piedi. Oggi la scienza assicura che camminare rende più intelligenti, migliora la capacità di elaborare informazioni, guida a prendere decisioni corrette… Ma anche nel quotidiano della nostra esperienza ognuno può rilevare che un flusso di pensieri e ricordi si dipana proprio durante le passeggiate; le preoccupazioni si ridimensionano; le gocce di pensieri tristi e ossessivi si diluiscono nell’aria… Staccandosi dalla ruotine quotidiana, la persona si muove alla ricerca del centro di gravità proprio della sua vita. Una scelta ben lontana dall’evasione e dalla fuga! Forse, con David Le Breton, possiamo dire che è un camminare per nessun motivo; deciso semplicemente per il piacere di gustare il tempo che passa e rispondere al richiamo della strada, là dove si diventa tutti itineranti. Certo è che camminando la coscienza si muove, scopre dettagli nuovi del mondo e di sé, e guarda tutto come fosse la prima volta… Davvero si perde il meglio della vita se viene a mancare il contatto con la strada. Eppure in quale misura, oggi, è possibile riconoscersi tutti compagni di strada invece che antagonisti dai quali guardarsi?

È fantastico scoprirsi parte del territorio invece di scivolarvi soltanto sopra. Uscire dal ritmo incalzante della vita normale, rallentare l’azione, fare ciò che il corpo può permettersi e non di più… procura un benessere che si rivela antidepressivo naturale. Strada facendo, soprattutto se si cammina in contatto diretto con la natura, si può scoprire il gratuito, il bello, il vero… Il risultato è una calma e un’energia che arrivano dal profondo. In fondo, in tutta l’inquietudine che ci domina, c’è il desiderio di qualcos’altro, di andare più lontano, verso un modo diverso di vivere con gli altri, verso un mondo che sia di fraternità. E passeggiare strappa alla schiavitù di se stessi e delle cose; impone sobrietà ed essenzialità; avvia alla ricerca di quell’essenziale e di quell’Assoluto, senza il quale si muore dentro.

Lo studio di un gruppo di ricercatori inglesi assicura che passeggiare in compagnia fa molto bene: rafforza i legami tra le persone, cresce la voglia e la forza di un piccola comunità. E si creano anche solide amicizie.

Questa è la nostra vita, ricorda Papa Francesco: credere e mettersi in cammino, come ha fatto Abramo, che, con la fiducia nel Signore, ha camminato anche nei momenti difficili. E anche tu troverai un gancio in mezzo al Cielo … E sentirai la strada far battere il tuo cuore, vedrai!

Luciagnese Cedrone

lucia.agnese@tiscali.it