Sono ormai svariati anni che suor Emma Zordan (ASC) e suor Rita Del Grosso (FdCC) promuovono e sostengono, attraverso il loro servizio di volontariato nel carcere di Rebibbia, un concorso letterario riservato ai detenuti. Danno quindi loro la possibilità di esprimersi, di tentare, attraverso il potenziale della fantasia e dell’immaginazione, di abbattere i muri reali e mentali che li tengono lontani dal mondo e a volte dal loro stesso cuore. La scrittura infatti può diventare non solo uno sfogo liberatorio ma anche uno specchio per leggersi e per mettere a fuoco il proprio stato d’animo. La tematica suggerita per le riflessioni di quest’anno sembrava quasi una sfida ma anche un incitamento. Oltre i muri verso l’orizzonte. Quasi una esortazione di tipo morale all’evasione. Un tipo di evasione che parte da dentro, dalla maturazione e dalla volontà individuale e che può far intravedere il muro davanti a sé grandissimo e impenetrabile ma anche piccolissimo e perfettamente aggirabile. Per questo motivo il supporto, la vicinanza, il sostegno e l’ascolto rivolti alle persone che scontano una pena detentiva può diventare determinante. Può diventare trasmissione di quella forza mentale che davvero cambia la prospettiva delle cose e fa guardare avanti, verso la luce e verso la speranza. Il volontariato, al pari dell’aiuto psicologico, ha un ruolo determinante nella rivalutazione della fiducia in se stessi e nei propri mezzi ma è anche scambio e cura reciproca. Il potere di un sorriso, di uno sguardo intenso, di una stretta di mano in momenti di dolore e di angoscia o di paura e smarrimento, riportano ai gesti silenti e rassicuranti dell’amore materno, alla misericordia compassionevole di chi si fa prossimo offrendo il proprio mantello protettivo. E’ l’amore quella luce che lacera le tenebre e apre falle e crepe di isolamento nei muri. Papa Francesco con tanto calore ha voluto lasciare a tutta l’umanità, nell’Anno della Misericordia (8 dicembre 2015 – 20 novembre 2016) il suo messaggio di gioia. Dio è misericordioso, Dio perdona e accoglie. Non c’è nessun peccato tanto grande da non conoscere la grandezza liberatrice del perdono e non può esistere una pena tanto mortificante da togliere dignità ad un essere umano. Tutto questo perché nell’essere plasmati a immagine e somiglianza di Dio ne rispecchiamo la grazia divina, il dono d’amore. Lui ci lascia sempre la possibilità del riscatto, la possibilità di contemplare il suo Volto. C’è un po’ di quella luce accecante e irresistibile che si scorge in ognuna delle trentaquattro tracce qui raccolte. A tratti diventa palpabile e ci commuove profondamente, a volte si veste di semplicità disarmante e sa creare stupore, a volte va saputa cercare tra le righe richiedendoci uno sforzo di immedesimazione. Ecco, ancora una volta il segreto è tutto là: avvicinarsi emotivamente, sentire. Il muro può sparire laddove sparisce l’indifferenza e la diffidenza. Deve poter sparire dal suo interno per il carcerato ma anche dall’esterno per chi spesso con troppa facilità diventa inquisitore. L’orizzonte è una visione, è una linea che invita lo scrutatore e l’indagatore verso quell’oltre enigmatico che sfugge. L’orizzonte ci interroga incessantemente. E’ come la fede. Indefinibile eppure annidata nel fondo del nostro cuore. Basta ascoltare il cuore per ritrovare la speranza, basta avere fede per scorgere un punto di unione tra il finito e l’infinito, per abbattere il muro. Anche leggere queste toccanti pagine può essere un modo per aprire uno squarcio di luce dal muro.
Romina Baldoni
Oltre i muri verso l’orizzonte
Dalle tenebre alla luce
Aa.Vv. (volume realizzato dalla onlus – ong Senza Confini)
Roma, 2017