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scarpe1Consumare le … scarpe sui segni di Dio

 In ogni deserto umano è possibile generare futuro. Anche là dove tutto sembra fermarsi e morire, dove il rischio supremo è una vita addormentata, incapace di cogliere profezie e lacrime. Può apparire sconcertante, ma anche nel cammino del credente il problema vero è la fede, quella che mette in condizione di ricevere una nuova vista per capire e vivere la vita. Non perciò un semplice chiudere gli occhi; né un rapporto abitudinario e scontato con Cristo; nemmeno una semplice ‘introduzione’ prima di passare ai problemi concreti e magari perdersi in essi! In effetti si diventa cristiani adulti non ‘per’ fare qualcosa, ma ‘a causa’ del fascino di Cristo e del Vangelo. In altre parole: per aver trovato in Lui tutto quello che da sempre si era cercato.

Stare nel mondo senza essere del mondo – come è chiesto al cristiano – è certamente una condizione faticosa di “equilibrio instabile”, che persiste e attraversa ogni fase della vita. E se l’amore unico, definitivo, un po’ folle per Gesù rimane solo sullo sfondo della propria esistenza concreta, ai margini dei rapporti e degli impegni della persona; se è facile vivere quel luogo di verità e di conversione che è il tempo della preghiera riempiendolo di parole per scappare a fare mille cose…, allora davvero inizia la decadenza del senso di Dio. E subentra nella persona quella durezza di cuore che, secondo la Scrittura, impedisce al credente di leggere l’oggi di Dio.

Ma non esiste tempo apparentemente perduto che l’Amore divino non possa fecondare! Perché Egli tiene per mano l’essere di ogni sua creatura e, senza mai forzare la sua libertà, la pone accanto al suo cuore. E quando essa s’impegna a cercarLo, sempre la cambia dentro. Ma alle creature occorre il coraggio di farsi pellegrini della Verità che è Cristo in un quotidiano e rinnovato esodo da sé. E muoversi con tutta la passione di un’intelligenza che pone domande, con la forza di un cuore che accetta di compromettersi realmente per gli altri, a partire da quanti si ha la grazia di incontrare ogni giorno sul proprio cammino. Chiunque ci viene incontro in realtà è messaggero di un pezzetto di verità da riconoscere in sé e ascoltare.

Nel nostro oggi individualista tale esodo richiede di rafforzare la consapevolezza che in un’autentica vita comune l’opera prima e al di sopra di tutte, è proprio amarsi reciprocamente gli uni gli altri (1Gv 4,12). E se, trovandosi a camminare nel buio, si affida a Dio la propria notte in un buon bagno di umiltà, allora non c’è da temere… Credere in fondo è decidere di osare l’affidamento al TU sempre misterioso di Dio anche quando Egli conduce lungo sentieri aridi perché si creda in modo più saldo nell’amore disinteressato.

 Luciagnese Cedrone

lucia.agnese@tiscali.it