NON LASCIAMOCI RUBARE LA SPERANZA
Nonostante le molte parole al vento che quotidianamente ascoltiamo, si procede nel mettere in evidenza la più grave ingiustizia che interessa la famiglia italiana. L’assenza del diritto di apprendere senza discriminazioni stride così tanto in una Italia nell’era della globalizzazione perché è silente, lascia quel senso di frustrazione che nulla cambierà. Ma non si deve demordere: la frustrazione appartiene allo schiavo, non al cittadino. Diceva Sturzo “Finché gli italiani non vinceranno la battaglia delle libertà scolastiche in tutti i gradi e in tutte le forme, resteranno sempre servi (…) di tutti perché non avranno respirato la vera libertà che fa padroni di se stessi e rispettosi e tolleranti degli altri, fin dai banchi della scuola, di una scuola veramente libera”.
Nella consapevolezza che “siamo al servizio del Sistema Paese e in questa prospettiva tutti siamo impegnati”– come ha dichiarato la Ministra Valeria Fedeli che ha partecipato di parola e puntualissima (…singolare, nel firmamento della politica italiana) e per più di due ore al convegno “Cultura, economia, politica. L’innovazione educativa” presso l’Universitas Mercatorun (clicca qui), dobbiamo oggettivamente registrare i passi compiuti, soprattutto a livello di accordo tra le Associazioni.
Si segnala l’Intervista di Giorgio Zucchelli al direttore de “Il Nuovo Torrazzo”: “Se cresce la libertà, cresce tutta la scuola” (clicca qui per leggere).
Come un filo rosso questi temi hanno assunto una nuova prospettiva che è esplicitata in un intervento della Ministra Fedeli: Come rendere giusta e libera la scuola? Dibattito fra suor Anna Alfieri e il ministro Valeria Fedeli (clicca qui per leggere) 15.06.2017 da Formiche. Quale Paese abbiamo e vorremmo per i nostri giovani, figli e nipoti? Da qui il coraggio e la tenacia del confronto franco e schietto dei cittadini.
Abbiamo il coraggio di denunciare con lucidità risvegliando l’opinione pubblica spesso ipnotizzata dall’oppio dei talk show, campioni di superficialità. Condivido cosi un articolo pubblicato il 12.06.2017 su Il Giornale: Tuo figlio è autistico? Se lo mandi alla paritaria per lo Stato ti devi arrangiare” Lo Stato sembra affermare questa tesi:“Caro metalmeccanico, se scegli la scuola pubblica paritaria per tuo figlio, arrangiati! Il tuo bambino H che va nella pubblica paritaria perde ogni diritto civile perché tu genitore sicuramente sei ricco” (clicca qui per leggere). Senza diritti, sarà una guerra fra emarginati.
Auguriamoci che per il nuovo a.s. i passi compiuti per lo sblocco dei PON producano il risultato di diritto. 15.06.2017, da TuttoScuola, Fedeli: ‘Sbloccare fondi Pon per accesso alle paritarie. Investire su istruzione’ (clicca qui per leggere).
Non lasciamoci rubare la speranza e l’apertura al confronto con tutti senza alcun pregiudizio. Le idee camminano sulle nostre gambe.
sr Anna Monia Alfieri
srmonia@yahoo.it