Piccoli segreti di vita libera
Quando la fede non vola per aria, diventa segno che è possibile per gli uomini vivere insieme. Non è al di sopra delle forze umane farsi luce l’un l’altro nel cammino… E se non si resta curvi sulle proprie storie, sconfitte, successi… dalla vita emerge e si diffonde intorno ciò che di più bello c’è nelle cose e nelle persone. E senza far rumore.
Vero è che nella vita insieme è facile aspettarsi troppo dalle persone; quasi obbligarle a crearsi una corazza per nascondere le proprie debolezze, e impedire così di riconoscersi e accettarsi come si è… Altrettanto vero è che ognuno ha il diritto di avere nel cuore tenebre e angoli induriti, dove forse si nascondono gelosie, ferite, insicurezze… Realtà tutte che appartengono alla natura umana ferita. Perciò da accettare. Ma non si può certo vivere, restando vulnerabili, con persone che non rispettano questa vulnerabilità. Riuscire comunque a viverla senza drammi permette di avanzare, poco a poco, verso la liberazione interiore. Può succedere anche di ritrovarsi a vivere tutta la vita con blocchi e barriere nel cuore… Non per questo si è meno figli di Dio, che agisce per il bene della comunità anche attraverso le nevrosi delle sue creature.
Il segreto di una vita libera è scoprire e adorare quel pezzo di Dio che è in ogni persona. Dio Padre ci chiama a vivere insieme così come siamo. E se una comunità è autentica nella sua ricerca dell’essenziale, i suoi membri tendono ad unirsi, guarendo e crescendo nella loro affettività profonda. L’angoscia, che nei momenti di prova invade il cuore, semplicemente segnala quanto piccola e povera sia ancora la fede. Chiama a purificare il proprio modo di percepire e valutare le cose, evitando di chiudersi in affarucci e comodi personali e trovando il proprio posto nella comunità.
Più della perfezione e dell’abnegazione, dunque, vero fondamento della vita insieme sono l’umiltà e la fiducia. Accettare le proprie debolezze e quelle degli altri è essenzialmente una preoccupazione di verità il criterio per poter crescere a partire da ciò che si è e non da quello che si vorrebbe essere, o che altri vorrebbero che si fosse. Allora si può costruire davvero qualcosa insieme, perché dalla realtà di ciò che si è sprizza la potenza della vita. E si traduce in gesti che dicono: sono felice di stare con te! È la gioia di lasciare che l’altro ci passi avanti; di prendere su di sé piccoli fardelli per scaricarne il vicino; di non cercare, nelle discussioni, di aver sempre ragione… In sintesi: è riconoscere e seminare, nel concreto quotidiano, i doni ricevuti.
Viverli con libertà interiore – non per sé e la propria gloria, ma solo per il bene degli altri e nella fedeltà alle mille delicatezze del quotidiano – trasmette intorno il sapore di Dio.
Luciagnese Cedrone
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