Città
Nel Nuovo Testamento la città (polis) può assumere il significato generico di “località”, oppure designare le città ellenistiche dell’Asia Minore, o le città e i centri dell’impero romano sorti lungo le principali vie di comunicazione. Come nell’Antico Testamento, ciò che distingueva la città dal villaggio non era però la dimensione o la quantità di popolazione, ma la presenza di mura di difesa, a volte anche fortificate, con torri di guardia agli angoli e su entrambi i lati delle porte. Nelle città formatesi prima della conquista greco-romana, non esistendo alcun piano urbanistico, era assente ogni punto di riferimento certo (la piazza, l’arteria principale, il foro, ecc.), così che le città si presentavano come un groviglio di viuzze e vicoli tortuosi. Nelle numerose città mediterranee fondate o ricostruite dai greci e dai romani – di cui circa trenta in Palestina –, la struttura della città obbediva invece a un preciso e ordinato disegno urbanistico. Nelle città che, rifiutando la cultura ellenistica e romana, avevano conservato un’impronta prevalentemente ebraica, si viveva in abitazioni modeste, costruite con i caratteristici tetti piatti e le stanze che si aprivano su un cortile, separato dalla strada per mezzo di un muro nel quale era collocata la porta d’ingresso.
Le città del Nuovo Testamento offrono quindi, a seconda della loro origine e dislocazione geografica, un panorama variegato, non solo in rapporto al numero e alla tipologia della popolazione, ma anche in relazione alla loro struttura amministrativa, alle attività esercitate (agricole, artigianali, economico-finanziarie, ecc.), al loro benessere o alla loro povertà. Si può così anche comprendere perché la distinzione tra città e villaggio risulti a volte oscillante, tanto che l’evangelista M arco 1,38 conia perfino il termine “città-villaggio” (kōmopolis): una località, cioè, con una popolazione pari a quella di una città, ma con le caratteristiche abitative tipiche di un villaggio. Nei vangeli viene attribuita la qualifica di c., oltre naturalmente a Gerusalemme, a Cafàrnao e Betsàida (Mt 9,1; 11,20-23; Lc 4,31; 9,10), a Nàzaret (Mt 2,23), a Gàdara o Geràsa (Mt 8,34; Mc 5,14; Lc 8,34).
Nel resto del Nuovo Testamento le città nominate sono per gran parte le località visitate da Paolo e dai suoi collaboratori durante i loro viaggi missionari, e le chiese delle città nominate nell’Apocalisse . È da queste città greco – romane che prenderà avvio il movimento cristiano, lasciando il contesto rurale dei villaggi palestinesi per diffondersi nel mondo.
Città di Davide
Nell’Antico Testamento la città è Gerusalemme (cfr. 2 Sam 5,7.9; 6,10.12; Is 22,9). L’evangelista Luca (Lc 2,4), invece, chiama così Betlemme, città natale di Gesù, per sottolineare l’appartenenza di Giuseppe alla casa di Davide e, di riflesso, anche la discendenza davidica di Gesù.
Città santa
Metafora di Gerusalemme (Mt 4,5; 27,53; Ap 11,2; 21,2.10; 22,19), “la città del grande Re” (Mt 5,35), ma anche il luogo del rifiuto del messaggio di Gesù, dove i profeti sono perseguitati e lapidati. Nel suo lamento su Gerusalemme, Gesù ne predice la rovina (Mt 23,37; Lc 13,34; 19,41-44) e in Apocalisse 11,2 si annuncia che i pagani “la calpesteranno per quarantadue mesi”: la durata della persecuzione contro i giudei da parte di Antioco IV Epìfane (Dn 7,25; 12,7).
Città straniere
Nel suo discorso davanti al re Agrippa, Paolo racconta che, prima della conversione, perseguitava i cristiani inseguendoli “perfino nelle città straniere”. Queste città “di fuori” (exō) sono probabilmente un’espressione iperbolica per indicare, in realtà, Damasco e i suoi immediati dintorni.
Città sul monte
L’immagine della “città che sta sopra un monte” è riferita in Mt 5,14 ai discepoli, “luce del mondo”. Una città costruita così in alto non si può nascondere; le sue mura e, di notte, le sue luci, sono viste per forza da chiunque alzi lo sguardo.
Sullo sfondo di Is 2,2-5, la città potrebbe essere Gerusalemme, costruita sul monte Sion, segno visibile dal quale sono attratte tutte le nazioni.
Fonte:
Dizionario del Nuovo Testamento
a cura di Giuliano Vigini, Paoline