Fase di bilancio?…
Quando si comincia a volgere indietro lo sguardo, è più facile vedere e comprendere i fatti della vita nel loro contesto. E molto di quanto prima sembrava avere enorme importanza perde il suo peso. Parallelamente cresce la serietà di fatti prima ritenuti irrilevanti. Si inizia così a guardarsi intorno con criteri nuovi, che liberano sentimenti e pensieri dai camuffamenti delle chiacchiere e dell’egoismo. La visione meno ossessiva di sé e del proprio ruolo dona ai giorni un senso che nessun’altra fase della vita possiede. In realtà riuscire a scoprire in sé limiti, difetti, cose buone e cose cattive… insegna la modestia. E s’impara anche a ridere di sé perché ci si rende conto che davvero non si era capito molto…
Idee, mode, stili di vita, poteri… tutto nel tempo cambia… Il credente sa che unico messaggero di umanità autentica rimane Cristo; che la Sua Parola è la prima epifania che squarcia il silenzio del nulla, la sola che dà senso pieno al cammino della vita. D’altra parte la più bella Parola di Dio è la vita di ognuno (2Cor. 3,3). E grande tesoro per ogni creatura é il compimento pieno dell’esistenza. In un compito così essenziale, sia che a Dio ci si rivolga sia che lo si ignori, Lui sarà sempre presente. Ciò che conta è lasciarLo entrare là dove ci si trova e si vive. E l’uomo, smarrito nel caos dell’egoismo, attraverso una virata attiva di tutto il suo essere, trova il proprio cammino verso Dio: in ciò che la vita quotidiana gli richiede.
Da un ‘bilancio’ autentico -autunnale o meno- viene la chiamata a ripartire da se stessi, ma guardandosi dal prendere se stessi per fine. Ripartire dalle situazioni precise che ci si trova a vivere per imparare a starci dentro, non per giudicarle. E trovarvi molta gioia. In tale cammino, i giorni si trasformano in un incantevole mattino di speranza. E davvero – come diceva J. Donne – nessuna bellezza primaverile o estiva ha una tale grazia quale ho visto in volto autunnale! Un volto che si conosce e non si preoccupa di sé; si ritira, ma per far posto; fa silenzio, ma per imparare ad ascoltare le voci… Non che cessi di cercare da qualche parte quello di cui avverte la mancanza… Ora però cerca quel tesoro in ciò che la vita quotidiana gli richiede, confidando nella sola forza del bene, anche quando la sua presenza non è evidente, né percepibile.
Con la certezza di essere pensati e amati personalmente da Dio, in una silenziosa dedizione a quanto ci vive accanto, è possibile imparare parole e gesti che nutrono una storia sempre piena di sete, e una società oggi troppo indaffarata, distratta, indifferente… Dove sto ancorando la mia vita?… é la domanda che la Parola ci lascia e che, con umiltà, ci poniamo.
Luciagnese Cedrone