Via Giuseppe Zanardelli, 32

00186 Roma - Italia

+39 06 6840051

Fax +39 06 56561470 segreteria@usminazionale.it

Title

Autem vel eum iriure dolor in hendrerit in vulputate velit esse molestie consequat, vel illum dolore eu feugiat nulla facilisis at vero eros et dolore feugait

Prendi parte alla gioia…

Dal Vangelo secondo Matteo          Mt 25,14-30

TALENTI

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà infatti come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone -, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone -, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”. Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».

………………………………………………….

L’uomo, immagine vicaria di Dio, riceve fiducia da Colui che è Signore della sua vita e che ha di lui la cura. Dio consegna i suoi beni a ciascuno di noi, secondo un suo criterio. Si parla di talenti. E noi abbiamo sempre interpretato che bisogna vivere in base ai talenti ricevuti, pensando che talenti siano le qualità e abilità che abbiamo. Leggendo attentamente possiamo dire che non è così. Le qualità e abilità sono in origine, ognuno ha le sue. I talenti sono i beni di Dio che egli ci affida. Quindi cose a noi estranee che non ci appartengono, ma che siamo chiamati a custodire attivamente secondo la logica della vita: la crescita. Lì dove c’è vita, c’è crescita. Ogni arresto di crescita è una sorta di morte o di alienazione. Chi vive secondo la propria umanità non potrà che accrescere i beni da Dio ricevuti. E quali sono questi beni? Le ricchezze di Dio sono i suoi figli! E allora forse potremo dire talenti le occasioni di amore in cui gli altri da estranei diventano fratelli. I servi dell’Amore non possono che amministrare AMORE. Quindi: A uno il Signore dà cinque amori, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità. Quale capacità? Quella del cuore. A chi più è in grado di amare, più occasioni sono date per amare. Quale sarà il compito del servo di fronte alle occasioni di amore ricevute? Il compito è del guadagno. L’amore si investe, e allora si moltiplica. Se l’amore si nasconde nella buca nel cuore, resta tale e quale, non si accresce. Al ritorno del padrone l’uomo che ha guadagnato è chiamato servo buono e fedele, fedele nel poco, quindi degno di autorità su molto, capace di partecipare alla gioia del suo Signore. Non importa se il guadagno sia di cinque o di due, è importante che sia il doppio del ricevuto. Vale a dire: guadagno massimo possibile. L’uomo che invece ha nascosto le occasioni di amore nella buca del cuore per paura della durezza del padrone e restituisce quanto ricevuto senza guadagno è chiamato dal padrone servo malvagio e infingardo. Seppure il timore poteva impedirgli di guadagnare attivamente, almeno poteva egli pensare a una custodia intelligente del bene ricevuto, una custodia che comunque portasse frutto, il minimo… La via dell’abbondanza si apre a chi ha… chi nasconde ciò che ha ricevuto, viene privato della gioia del l’investire per accrescere, della gioia della fedeltà e del partecipare alla gioia del suo padrone. Afflizione e sofferenza amara sono riservate ai servi fannulloni che mettono sotto terra le occasioni ricevute.

Monastero Janua Coeli