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Parola cruciale è: COMUNICARE

COMUNICARE1Meglio commettere errori con gentilezza che fare miracoli con scortesia, esortava Madre Teresa. D’accordo. Ma, al di là della cordialità da salotto, stiamo davvero comunicando gli uni con gli altri? Non è cosa da poco chiederselo perché la comunicazione, a partire da quella fondamentale tra una mamma e il suo bambino, vive nella relazione e mette in gioco ogni legame. Quando è distorta ferisce profondamente e conduce a rapporti distorti. Non è esagerato affermare che, proprio nell’epoca dell’estensione capillare della rete, paradossalmente, la comunicazione è venuta a mancare. Comunicare infatti è disponibilità a lasciarsi arricchire dal positivo dell’altro, anche quando è nascosto da un cumulo di miserie e di errori e ci sembra di ‘perdere tempo’ a cercarlo; è aprirsi ad un rapporto orientato all’effettiva e reciproca crescita. Presuppone perciò una partecipazione attiva sia nell’esprimere che nel ricevere. Il che teoricamente è il desiderio di molti e praticamente il programma di pochi.

Lo rivela il clima che si respira oggi nelle più diverse comunità… dove, concentrati sulle cose da fare, spesso siamo carenti di empatia e di considerazione delle difficoltà di ognuno. Segnati, invece, dal giudizio sull’impegno degli altri, alla fine ci si rivela ipocriti, perché si predica ciò che non si pratica. In realtà la persona esprime pienamente se stessa quando sa e sente di essere accolta… Ma come riuscire a sintonizzarsi sul punto di vista e sulla realtà degli altri per poterli accogliere così come sono?

Dio ci ha fatto il dono dell’angoscia perché ammettiamo di non bastarci e di aver bisogno di Lui; di avere conti che non tornano e dover chiedere aiuto… Ci chiede un lavoro un po’ amaro: farci arrivare al cuore il dolore altrui. Guardarlo senza fare zapping… Nel modo in cui comunichiamo ed esercitiamo il potere personale -poco o scarso che sia- c’è sempre un consenso che andiamo cercando… Ma nessuno ha il diritto di crescere solo lui soffocando gli altri… E il Vangelo c’invita a rivedere il modo in cui esercitiamo tale potere. Capire che cosa provano gli altri e perché, sapere che cosa provo io e perché… aiuta sempre a prendere decisioni che fanno crescere. Potrebbe essere utile anche, alla sera, in un angolo di revisione personale, chiedersi se qualcosa di nuovo ho imparato dalle persone incontrate in giornata; se con un ascolto serio ho aiutato qualcuno a comunicare; se mi è usuale ripetere: vorrei capire meglio!…nella certezza che partire dalla vita e dalle esigenze dell’altro permette a Dio, che fa ogni cosa nuova, di farci nascere di nuovo. Il cambiamento avverrà per iniziativa individuale e non collettiva. Siamo qui. E moriremo, come non fossimo mai stati. Ma le azioni che nascono dalla conversione del cuore riescono a stupire: guariscono la propria vita e il mondo frantumato. Realizzano ciò che solo Amore crea.

Luciagnese Cedrone

lucia.agnese@tiscali.it