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IL FUOCO

FUOCO_2Non c’è religiosità che non ponga il fuoco al centro del proprio culto come segno per esprimere la divinità e il suo operare. Il fuoco illumina, purifica, riscalda, consuma, distrugge e trasforma. È insieme ad aria, acqua e terra uno dei quattro elementi fondamentali del creato, secondo le antiche concezioni, e come tale ricco di messaggi per ogni cultura e in ogni tempo poiché porta in qualche modo, se così possiamo dire, la firma del Creatore.

II fuoco pertanto non poteva non diventare uno strumento fondamentale anche nella rivelazione di Dio e nel culto cristiano.

Il termine fuoco nella Bibbia è usato frequentemente sia nel significato naturale e tecnico che nella valenza simbolica. Nella traduzione greca della LXX ricorre 490 volte.

In tutta quanta la Scrittura notiamo che Dio ama manifestarsi particolarmente attraverso il fuoco per sigillare la sua alleanza con Abramo (Gn 15,17), per entrare in dialogo con Mosè (Es 3,2); per guidare il popolo nel deserto (Es 13,21); per sigillare l’alleanza con il suo popolo al Sinai (Es 19,18; 24,17). Non c’è quindi da meravigliarsi se la funzionale accensione dei lumi al tramonto del sabato divenne per il popolo d’Israele un rito profondamente religioso, il lucernario, dal quale prenderà origine il rito della benedizione del cero nella veglia pasquale cristiana. Il fuoco infatti evoca all’uomo biblico, quindi all’ebreo come al cristiano, l’azione salvifica di Dio. Un’azione che trova il suo vertice nel Nuovo Testamento dove il battesimo cristiano viene assimilato al fuoco (Mt 3,11 ) e dove lo stesso Gesù paragona, la sua missione all’azione del fuoco: «Sono venuto a portare il fuoco sulla terra e come vorrei che fosse già acceso» (Lc 12,49). L’inizio stesso della Chiesa ha luogo attraverso l’azione di quelle lingue di fuoco, segno dell’effusione dello Spirito Santo, dono del Cristo risorto che si posa sulla prima comunità. Lo Spirito santo come fuoco illumina la Chiesa facendole comprendere la propria identità di comunità di salvati (At 11,16); brucia la paura e ogni forma di timore rendendo i credenti testimoni i coraggiosi del vangelo in ogni angolo della terra (At 1,5 – 8); riscalda il cuore che diviene capace di vivere giorno dopo giorno l’ideale della comunità cristiana nata dalla Pasqua (At 2, 42-47). Inoltre, come Dio sul Sinai fumante diede la sua Legge per mezzo di Mosè, a Pentecoste nel dono delle lingue di fuoco regala il dono della Parola che gli apostoli, colmi di amore, porteranno in tutto il mondo, facendosi capire.

Il simbolo del fuoco descrive pure la missione e la personalità di alcuni personaggi biblici: il profeta Elia: 2 Re 1,10 14; Sir 48,13; Giovanni Battista in riferimento al Cristo: Mt 3,11 12; e la stessa missione del Signore: Lc 12,49- 50.

Paolo utilizza la simbologia del fuoco per descrivere l’azione dello Spirito nel cuore dei credenti: il fuoco “scolpì” la prima legge nelle tavole di Mosè, ora lo Spirito Santo imprime a caratteri forti la legge di Cristo nel cuore dei cristiani (2 Cor 3,3). Lo Spirito come fuoco realizza la nuova alleanza profetizzata dal profeta Geremia (31,31-33).