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Vivere questa Giornata Mondiale come un momento privilegiato di nuova evangelizzazione.

GIORNATA MONDIALE DEI POVERI 2018

La Giornata mondiale dei poveri, giunta quest’anno alla sua seconda edizione, è stata istituita da Papa Francesco al termine del Giubileo della misericordia, nella lettera apostolica “Misericordia et misera”.

“Alla luce del Giubileo delle persone socialmente escluse, mentre in tutte le cattedrali e nei santuari del mondo si chiudevano le Porte della Misericordia, ho intuito che, come ulteriore segno concreto di questo Anno Santo straordinario, si debba celebrare in tutta la Chiesa, nella ricorrenza della XXXIII Domenica del Tempo Ordinario, la Giornata mondiale dei poveri”, scrive Francesco a conclusione della lettera apostolica. È stato lui stesso, così, a rivelare la genesi dell’iniziativa, pensata in uno dei momenti più inediti ed eloquenti del Giubileo, in una piazza San Pietro popolata da migliaia di senza tetto, poveri ed emarginati per la giornata dell’Anno della Misericordia a loro dedicata, il 13 novembre 2016.

“Un serio esame di coscienza” per capire chi sono davvero i poveri e se siamo davvero capaci di ascoltarli. A chiederlo è il Papa, nel messaggio per questa seconda giornata, in programma il 18 novembre sul tema: “Questo povero grida e il Signore lo ascolta”.

Tre imperativi – “gridare, rispondere, liberare” – per contrastare una cultura che tende a ignorare i poveri, i rifiutati e gli emarginati, presa com’è dalla trappola del narcisismo e del protagonismo. E che dimentica che la povertà non è cercata, ma è frutto di mali – antichi quanto l’uomo, ma pur sempre peccati – dalle “conseguenze sociali e drammatiche”. Come la “fobia” verso i poveri, considerati gente che porta con sé insicurezza e instabilità, quindi da respingere e tenere lontani. “Voci stonate”, le definisce Francesco, che mette in guardia anche dalla tentazione della delega o dell’assistenzialismo e stigmatizza politiche “indegne di questo nome”, che opprimono i poveri o li intimoriscono con la violenza.

“Il Signore – scrive Francesco – ascolta i poveri che gridano a lui ed è buono con quelli che cercano rifugio in lui con il cuore spezzato dalla tristezza, dalla solitudine e dall’esclusione. Ascolta quanti vengono calpestati nella loro dignità e, nonostante questo, hanno la forza di innalzare lo sguardo verso l’alto per ricevere luce e conforto. Ascolta coloro che vengono perseguitati in nome di una falsa giustizia, oppressi da politiche indegne di questo nome e intimoriti dalla violenza; eppure sanno di avere in Dio il loro Salvatore”. “Nessuno può sentirsi escluso dall’amore del Padre, specialmente in un mondo che eleva spesso la ricchezza a primo obiettivo e rende chiusi in sé stessi”, è il monito del Papa, che esorta a prestare la nostra attenzione “a quanti sono poveri, rifiutati ed emarginati”.

“È il silenzio dell’ascolto ciò di cui abbiamo bisogno per riconoscere la loro voce”. Se parliamo troppo noi, non riusciremo ad ascoltare loro. Tante iniziative “pur meritevoli e necessarie”, denuncia, sono rivolte “più a compiacere noi stessi che a recepire davvero il grido del povero”. “Non è un atto di delega ciò di cui i poveri hanno bisogno, ma il coinvolgimento personale di quanti ascoltano il loro grido”.

La Giornata mondiale dei poveri, spiega il Papa, “intende essere una piccola risposta che dalla Chiesa intera, sparsa per tutto il mondo, si rivolge ai poveri di ogni tipo e di ogni terra perché non pensino che il loro grido sia caduto nel vuoto. Probabilmente, è come una goccia d’acqua nel deserto della povertà; e tuttavia può essere un segno di condivisione per quanti sono nel bisogno, per sentire la presenza attiva di un fratello e di una sorella”.

“Quanti poveri sono oggi al bordo della strada e cercano un senso alla loro condizione! Quanti si interrogano sul perché sono arrivati in fondo a questo abisso e su come ne possono uscire!”. Come Bartimeo con Gesù, attendono che qualcuno si avvicini loro e li aiuti a rialzarsi. Al contrario, ricevono rimproveri e inviti a tacere o a subire: dall’avidità e dall’ingiustizia”, ammonisce Francesco: “Quanti percorsi anche oggi conducono a forme di precarietà! La mancanza di mezzi basilari di sussistenza, la marginalità quando non si è più nel pieno delle proprie forze lavorative, le diverse forme di schiavitù sociale, malgrado i progressi compiuti dall’umanità…”.

Invito i confratelli vescovi, i sacerdoti e in particolare i diaconi, a cui sono state imposte le mani per il servizio ai poveri (cfr At 6,1-7), insieme alle persone consacrate e ai tanti laici e laiche che nelle parrocchie, nelle associazioni e nei movimenti rendono tangibile la risposta della Chiesa al grido dei poveri, a vivere questa Giornata Mondiale come un momento privilegiato di nuova evangelizzazione. I poveri ci evangelizzano, aiutandoci a scoprire ogni giorno la bellezza del Vangelo. Non lasciamo cadere nel vuoto questa opportunità di grazia. Sentiamoci tutti, in questo giorno, debitori nei loro confronti, perché tendendo reciprocamente le mani l’uno verso l’altro, si realizzi l’incontro salvifico che sostiene la fede, rende fattiva la carità e abilita la speranza a proseguire sicura nel cammino verso il Signore che viene.