FOCUS – Mercoledì 30 marzo
È iniziata questa mattina la 63° Assemblea Nazionale USMI nella sede del Conference Center SGM di Via Portuense. Il saluto di Madre Regina Cesarato, Presidente, ha dato l’avvio ai lavori. Il moderatore don Giuseppe Laiti ha poi preso la parola per presentare il programma ed ha fatto notare come la prima giornata si potrebbe definire di tipo “fondativo”, la seconda di tipo “cognitivo” mentre nella terza verranno presentate le opere di misericordia.
Don Giacomo Morandi, presbitero, sottosegretario alla Congregazione per la Dottrina della Fede, nella sua relazione dal titolo “Vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto” ha messo in risalto le parole di Gesù che leggiamo nei capitoli 15 e 16 del vangelo di Giovanni dando particolare enfasi al “rimanere”, alla “potatura” e al “portare frutto”.
È discepolo chi rimane in Cristo: per portare frutto infatti occorre assimilare la logica del chicco di grano, la logica della Pasqua. Non c’è possibilità di missione se i nostri progetti non sono dentro questa logica. Nel fare delle scelte chiediamoci quali opere manifestano Cristo ai nostri contemporanei e consideriamo le “potature” che avvengono nei nostri istituti come “funzionali” al “portare frutto”: sperimentiamo dunque che nella debolezza c’è la forza di Cristo. La vita nuova è di una tale pienezza che riverbera per la forza intrinseca e manifesta il volto di Cristo. La persona consacrata prima di tutto sia “cristiana”, una persona cioè che ha sperimentato la redenzione, la salvezza. Vocazione e missione in verità coincidono e le prove come pure le difficoltà sono “una croce” che ci salva solo se siamo capaci di offrirle.
A mezzogiorno la solenne celebrazione eucaristica ha concluso la mattinata.
Nel pomeriggio padre Marko I. Rupnik sj, ha presentato il tema: “La missione, dono di grazia – Una Chiesa che annuncia a partire dalla sua fragilità”.
Il relatore, partendo dalla storia della salvezza, ha messo in risalto come la vita divina è comunione: il Padre manda il Figlio che si identifica con Adamo morto, entra nella tomba e risorge portando con sé tutta l’umanità per opera dello Spirito. Muore l’individuo e risorge la persona.
La vita divina è comunione: noi siamo figli nel Figlio. Se vogliamo costruire la vita nuova sull’uomo vecchio, il fallimento è certo. Infatti, se cerco la perfezione personale e metto in risalto il mio io, non posso manifestare il volto del redentore.
La missione della Chiesa è rivelazione della bontà di Dio. Dentro il volto di uno scopro il volto dell’Altro. La missione è tale se è rivelazione del volto di Dio.
Dio esiste in modo comunionale, includente. Il peccato ci ha reso schiavi della nostra natura ferita che vuole affermarsi. Cristo trasfigura la natura umana e la vive al modo di Dio.
La vita nuova però è continuamente esposta alla cultura odierna. La cultura organica dà il primato alla vita, è simbolica, si esprime nell’arte. La cultura critica invece dà il primato all’idea, alla scienza, alla perfezione. Oggi siamo in questo cambio di epoca e stiamo entrando nell’epoca organica. “La vita è la luce degli uomini”: la vita nuova crea una mentalità ecclesiale, comunionale. Chiediamoci: di che cosa il mondo ha bisogno? Cerca il modo di vivere comunionale: ecco la nostra missione: rivelare la bellezza della comunione. Rivelare Cristo, il fascino della vita.
L’epoca organica è cominciata: possiamo offrire al mondo una “maternità spirituale, uno spirito forte, intenso, anche se miserabili. Anno della misericordia ci ricorda che è il Signore che ci salva!